Ivanov
Stagione Comune di Pergine
Martedì 10 gennaio 2017 - ore 20.45
«In Čechov il tragico appare sempre un po' assurdo», ha affermato Peter Brook, ed è in questa dimensione tragica e allo stesso tempo assurda che il regista e attore Filippo Dini ha immerso il suo "Ivanov": una messinscena di coinvolgente passionalità e trascinante ironia.
Fondazione Teatro Due
Teatro Stabile di Genova
di Anton Čechov - nuova traduzione di Danilo Macri
con Filippo Dini, Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Gianluca Gobbi, Orietta Notari, Valeria Angelozzi, Ivan Zerbinati, Ilaria Falini e Fulvio Pepe
regia di Filippo Dini
L'architettura generale delle dinamiche tra i personaggi della commedia è complessa e affascinante. Tra coloro che hanno un più stretto contatto col protagonista troviamo una coppia di uomini: un materialista e un idealista, ovvero Borkin, il soprintendente della tenuta, e L'vov, il dottore che cura la moglie. Entrambi in instancabile contrasto con Ivanov. Questi due grandi uomini sono anch'essi, come Ivanov e come ogni personaggio della commedia, simboli del pensiero e del messaggio sociale e letterario del quale sono espressione, e portano nella vicenda due punti di vista fondamentali per delineare i limiti del campo di azione di Ivanov. Borkin certamente lo esorta al rispetto delle responsabilità materiali, quindi etiche, nei confronti della propria attività agricola e delle personali opportunità di far fruttare le proprie risorse individuali, economiche e intellettuali. Dall'altra parte L'vov lo richiama alle responsabilità morali, i suoi doveri di marito e le reali capacità di salvare Anna Petrovna (quindi di salvare una vita ovvero l'intera umanità) soltanto restando a casa a chiacchierare un po' con lei, dedicandosi esclusivamente all'amore per sua moglie. Ma purtroppo Ivanov non è toccato da quell' "amor, ch'a nullo amato amar perdona". A questa coppia si affianca un'altra coppia, ovvero le due regine del cuore di Ivanov: Anna Petrovna e Saša, la matura moglie malata di tisi e la giovane figlia dei Lebedev, e lo zio di Ivanov, il Conte Sabel'skij, che si lascia convincere a prendere parte alla "porcheria" escogitata da Borkin: sposare la Babakina per riordinare le economie personali.