Stelle, Gelindi, tre Re

Sabato 13 dicembre 2014 - ore 18

Paolo Ghezzi presenta il CD BOOK di Renato Morelli "Stelle, Gelindi, tre re"
Interviene Luca Moltrer Presidente Istituto Culturale Mòcheno.

Ingresso libero

Titolo del volume Stelle, Gelindi, tre Re Sottotitolo Tradizione orale e fonti scritte nei canti di questua natalizio-epifanici dell'arco alpino dalla Controriforma alla globalizzazione Autore Renato Morelli Editore NOTA, Udine Collana Nota geos CD book CD CD allegato, con il corpus completo delle 75 varianti trentine Anno 2014 Il volume (320 pagine con CD allegato) presenta gli esiti di una ricerca trentennale, iniziata da Renato Morelli alla fine degli anni Settanta in Trentino, proseguita poi fino al 2011 in varie località dell'arco alpino, dal Ticino all'Istria veneta. Una ricerca condotta attraverso vari rilevamenti "sul campo", alternati a mirate ricerche d'archivio (presso la biblioteca Vallicelliana di Roma, la British Library di Londra, la biblioteca del Conservatorio di Bologna, il Ferdinandeum di Innsbruck). La ricerca ha permesso finalmente di dare risposte concrete a un quesito centrale negli studi etnomusicologici italiani, e non solo: l'esistenza di eventuali fonti a stampa del repertorio dei canti di questua natalizio-epifanici, largamente diffuso nella tradizione orale contemporanea1. I primi importanti esiti di questa ricerca sono stati pubblicati nella seconda metà degli anni Novanta in due opere, edite rispettivamente dall'Istituto Culturale Ladino Majon di Fascegn 2, dall'Istituto culturale Mòcheno (con il Museo etnografico di S. Michele)3, dalla Provincia autonoma di Trento4. Negli anni successivi sono emersi ulteriori significativi sviluppi della ricerca, in seguito alle "novità" legate al ritrovamento–pubblicazione della Gartnersammlung5, e dalla recente "scoperta" a Premana (LC) del testo di don Giuseppe Maria Isota6. La lunga ricerca di Morelli ha permesso così di individuare le quattro principali fonti a stampa di questo repertorio: - Un volumetto della seconda metà del Seicento, pubblicato dai Remondini di Bassano, contenente trentasei "Sacri canti", raccolti da don Giambattista Michi, nato a Tesero in val di Fiemme, il 9 maggio 1651. Questa fonte seicentesca (fondamentale per il proseguimento dell'intera ricerca) è stata ritrovata a Palù in val dei Mòcheni, conservata da Fiore Stefani. - Un volumetto della seconda metà del Settecento, contenente la Cantata per i personaggi rappresentanti LI TRE RE MAGGI, composta da don Giuseppe Maria Isotta, "penitenziere" di Forno, in Val Strona (tra il 1759 ed il 1774), pubblicata dall'editore Pietro Ostinelli di Como. Questa fonte è stata ritrovata a Premana in Valsassina (LC). 1 Un repertorio che si colloca sul confine fra popolare e colto, scritto e orale, sacro e profano, sul quale gli studi scientifici registravano allora vistose lacune, nonostante le numerose pubblicazioni sull'argomento. L'usanza della Stella risultava infatti largamente documentata dalla letteratura demologica ed etnomusicologica, spesso però in modo frammentario ed episodico. C'era ad esempio quasi l'unanimità sull'ipotesi di una sua non meglio identificata origine colta, risalente a un'epoca precedente, e di una sua relativa discesa veicolata dal clero, dalle confraternite o da altri movimenti religiosi; l'ipotesi era rimasta però indimostrata, e non aveva portato a indagini sistematiche. Studiosi e ricercatori che avevano descritto e documentato particolari varianti della Stella non erano riusciti a trovare fonti a stampa, cui poter ricondurre le numerose trascrizioni manoscritte riportate in seguito sui libretti domestico-devozionali o dattiloscritte sui vari foglietti utilizzati dai cantori. 2 Chiocchetti, F. e Morelli, R. "I "Sacri canti" e il rito dei Trei Rees. Canti natalizio-epifanici in Val di Fassa", in Chiocchetti F. (a cura di), Musica e canto popolare in Val di Fassa = Mondo Ladino XIX (1995). 3 Morelli, R. Identità musicale della val dei Mòcheni. Canti e cultura tradizionali di una comunità alpina mistilingue, 1996. Ristampato nel 2006, il volume ha ottenuto tre premi letterari: il Premio CARDO D'ARGENTO al Premio ITAS di Trento 1997, il Premio NIGRA Torino 1999, il Premio ETNIA ARBERESCHE del Museo della cultura Arberesce di San Paolo Albanese nel 1999. 4 Morelli, R. (a cura di), "Dolce felice notte...": i Sacri Canti di Giovanni Battista Michi (Tesero, 1651-1690) e i canti di questua natalizio-epifanici nell'arco alpino, dal Concilio di Trento alla tradizione orale contemporanea, Atti del convegno di Tesero 1999, Trento, Giunta della Provincia autonoma di Trento. 5 La ricerca Gartner è la più ampia e sistematica ricerca etnomusicologica sul canto popolare ladino (più di 4200 canti, con circa 740 trascrizioni musicali) finora attivata in Europa. Faceva parte del grande progetto Das Volkslied in Österreich, attivato a Vienna nel 1904, diretto da Josef Pommer. Nel 1918, al termine della Grande Guerra, dopo il tragico suicidio del Pommer, tutto il materiale della Gartnersammlung andò disperso e rimase abbandonato nell'oblio fino alla seconda metà degli anni Novanta, quando fu ritrovato in circostanze fortunose. L'Istituto Culturale Ladino ha curato recentemente la sua ristampa in tre volumi. 6 Che individua finalmente l'autore di Noi siamo i tre Re, venuti dall'Oriente ad adorar Gesù, il canto della Stella (in uso anche a Fierozzo S. Felice) più diffuso e documentato dell'intero arco alpino. - Alcune edizioni della seconda metà del Settecento del Gelindo, una forma di teatro popolare incentrato sulla figura del pastore Gelindo, ma dove compaiono solitamente tutti i personaggi e gli episodi del racconto evangelico natalizio, compresi i Re Magi. - Alcune raccolte della seconda metà del Cinquecento di "Laudi a travestimento spirituale" composte durante il Concilio di Trento e negli anni immediatamente successivi, che costituiscono uno fra gli esiti musicali più significativi della Controriforma. Queste quattro fonti a stampa contengono la più antica attestazione del corpus di testi natalizio-epifanici riscontrabili nei repertori popolari delle Stelle o dei tre Re di tutto l'arco alpino italiano. Da queste fonti provengono le trascrizioni manoscritte riportate in seguito sui libretti domestico-devozionali o sui vari foglietti dattiloscritti utilizzati dai cantori della Stella, dal Ticino all'Istria veneta. Il volume di Morelli porta dunque nuova luce sull'origine e le fonti di una tradizione popolare largamente diffusa in Trentino e in tutto l'arco alpino, scavando nelle pieghe della "micro-storia", per arrivare alla "Grande-Storia" della Riforma luterana e del Concilio di Trento con le sue "Laudi a travestimento spirituale". Come ha scritto Roberto Leydi, decano dell'etomusicologia italiana: Questa ricerca di Renato Morelli si pone in una posizione particolarmente avanzata nel panorama etnografico italiano ... Le ricerche sulle laudi e sui canti possono recare un contributo non secondario alla conoscenza del Concilio tridentino che tanto è stato studiato, confutato e celebrato in tutte le altre sue manifestazioni, comprese quelle musicali "alte", ma assai meno preso in considerazione nelle sue conseguenze musicali "basse", popolari. Il volume è suddiviso in due parti La prima, di taglio filologico e storico-etnografico, prende in esame le fonti a stampa di cui sopra, ricostruendo anche il quadro complessivo, relativo all'origine e diffusione dell'usanza. La seconda – etnomusicologica - è dedicata all'analisi sistematica di ventidue componimenti (e delle relative settantacinque varianti trentine) afferenti alle quattro fonti a stampa. In particolare, per ogni singolo componimento, viene riportato nell'ordine: - il testo a stampa (Michi, Isotta, Gelindo) - un sintetico profilo dei riscontri bibliografici relativi alla sua diffusione nell'arco alpino italiano - il quadro complessivo delle sue varianti registrate in Trentino (con relative trascrizioni musicali) - le eventuali fonti laudistiche controriformiste post-tridentine. Al volume è allegato un CD con il corpus completo delle 75 varianti trentine, registrate dall'autore (dal 1980 al 2011) nelle seguenti località: - val dei Mòcheni (Palù, Fierozzo S. Felice, Fierozzo S. Francesco, Viarago) - val di Fassa (Soraga, Penia, Canazei, Campitello, Vigo, Pera, Moena) - val di Cembra (Grumes, Cembra, Sover, Piscine) - val Rendena (Pinzolo, Carisolo, Vigo, Javré) - val di Ledro (Lenzumo, Concei) - val di Fiemme (Tesero) - val del Chiese (Bondo) - val Giudicarie (Montagne) - val di Non (Tuenno, Revò) - Bleggio (Balbido) - Rotaliana (Mezzocorona, Faedo) - val di Peio (Cogolo) - Luserna

 

                          

                                                                     

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