Il rossetto e la bomba

80° anniversario dalla liberazione

Martedì 22 aprile 2025 - ore 20.00, Palco del Teatro

con Giovanna Rossi, Carlo Roncaglia (voce, pianoforte), Paolo Demontis (armonica)
arrangiamenti musicali Accademia dei Folli
testo Emiliano Poddi
luci e fonica Letizia Tabasso
regia Carlo Roncaglia
produzione ACCADEMIA DEI FOLLI compagnia di musica-teatro

20.000 le patriote, con funzioni di supporto
70.000 tutto le donne organizzate nei Gruppi di difesa della donna
4.653 le donne arrestate, torturate e condannate dai tribunali fascisti
2.756 il numero delle deportate nei lager tedeschi
2.900 le donne giustiziate o uccise in combattimento
512 le commissarie di guerra
1.700 le donne ferite

Queste le ragguardevoli cifre, fra l’altro approssimate per difetto, relative al ruolo delle donne nella Resistenza. Ma l’immaginazione “se la cava male con i grandi numeri”, scrive Wisława Szymborska, a commuoverci è sempre “la singolarità”. E allora, ecco la storia – commovente e singolare – di Teresa Mattei, nome in codice “Chicchi”, che dopo la guerra sarebbe stata eletta nella Costituente con Togliatti, La Pira e Nilde Iotti. Una volta Chicchi fu incaricata di far esplodere un carico di dinamite nascosto dai tedeschi in un tunnel. Ci riuscì, scappò in bicicletta dai tedeschi, trovò scampo all’università presso lo studio del suo professore e, già che c’era, discusse la tesi e si laureò. In un’altra occasione fu lei stessa a piazzare un ordigno e per non dare nell’occhio si vestì elegante. “L’unica volta che ho messo il rossetto in vita mia,” scrive lei stessa, “è stato per mettere una bomba”.

Qualcuna era antifascista perché il padre non ha mai voluto prendere la tessera del Fascio. Qualcuna era antifascista perché a scuola insegnavano le leggi razziali. Qualcuna era antifascista perché il fratello si era suicidato in carcere pur di non parlare. Qualcuna era antifascista perché voleva essere madre, ma non solo dei suoi figli – madre di tutti, madre degli esseri umani. Qualcuna era antifascista perché in quanto esseri umani non si poteva essere nient’altro. Qualcuna era antifascista e non lo aveva neppure deciso, era così e basta – perché essere antifasciste era una forza, un volo, un sogno. Chicchi era antifascista per questi e tanti altri motivi. Il rossetto e la bomba è un inno fatto di parole e musica dedicato a lei e alle donne della Resistenza – le madri di tutti noi.

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BIGLIETTI
Intero: 12€, ridotto (>65, <26, carta “In Cooperazione”, soci Cassa Rurale Alta Valsugana, EuregioFamilyPass): 10.50€, Card “Amici dei Teatri” e soci Amici della Storia: 9€, Tessera Giovani a Teatro: 3€

 

                          

                                                                     

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